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Le forme dette genericamente brevi e discontinue rivelano quello che Genette ha chiamato il "regime condizionale" della letteratura, dipendente da un giudizio estetico soggettivo e sempre successivo, cioè non assoluto, sempre "revocabile". Non si lasciano afferrare da una definizione semplice e unificante. La riflessione che le contempla si colloca al crocevia della letteratura e della filosofia poiché in esse, forse più che altrove, lampeggia l'origine comune del pensiero e della poesia, ed è questo probabilmente il senso più nascosto della loro ambiguità, della loro problematica appartenenza e identità. Scritture di passaggio e dinamiche in atto, offrono esempi di valorizzazione della forma che, emblematicamente, può fare senso da sé stessa.